mercoledì 29 novembre 2006

martedì 28 novembre 2006

Cinesi e cineserie

Una rivista porno azzurra.
La finestra lasciata aperta
forse è proprio lì
per ricordarci qualche cosa.

Dietro la bottiglia non c’era nessuno.

I nostri fantasmi litigano tra di loro.

Sul biglietto sopra il tavolo
c’è scritto che è inutile colpevolizzarsi
se non sanno approfittare fino in fondo
della pausa caffè.

Chi prevede il tempo che farà domani,
dice che da quando non ci sono più mezze stagioni
sono cose che succedono.

La tua camicia bianca
tarda misteriosamente ad asciugare.

I cinesi,
facce gialle
che vendono borse sotto casa,
sono pronti a giurare
che mi ami sempre meno.

Per i cinesi,
occhi piccoli,
facce strane,
todo a cien,
ogni cosa è difficile.

Stringono le labbra sottili,
quando sotto le coperte
contano l’incasso della giornata.

Cinesi,
facce piatte,
tutte uguali,
sempre qualcosa da fare,
mai nessuno di loro che cazzeggia,
qualche incidente programmato sul posto di lavoro.

I cinesi,
teste di cazzo
ed i loro rapporti settimanali
sulla mia doppia vita,
lasciati ogni lunedì mattina
dentro la cassetta delle lettere.

Ogni volta mi rimproverano qualcosa di nuovo.

Farebbero meglio
a correggere la loro ortografia di bambino
piuttosto che farmi perdere tempo in questo modo.

Cinesi teste di cazzo!

Polonio 210

"Quella volta che mio cugino Tim-Boy è andato a mangiare al sushi bar e il conto era troppo salato".

Parole senza guinzaglio

Tutte sparse sul pavimento bagnato,
ci sono queste cazzo di parole senza guinzaglio
che continuano a mordermi i piedi.

Ne abbiamo abbandonate anche sotto la bottiglia di vermouth.

Lasciarle morire lentamente è stata una buona idea.
Chissà,
forse domani con un po di fortuna
ne troveremo di migliori.

lunedì 27 novembre 2006

Vulnacologo


07:16

Alle sette del mattino Betta chiedeva ancora droga.
Qualcosa di più forte,
diceva,
con gli occhi rossi che ridevano,
la bocca secca
e tutto il corpo che ciondolava
al ritmo di chissà cosa.

La polizia faceva il proprio lavoro in silenzio,
mai una retata.

Ci lasciavano ridurre la memoria
pari a quella di un criceto.

Sulle pareti dei cessi
ho scritto centinaia di poesie,
nessuna che mi ricordo.

Ora forse,
qualche ubriaco
ne sta leggendo una.

Presto l’avrà dimenticata.

neve

"Quella volta che mio cugino Tim-Boy pensava che non lo avrebbero mai trovato".

venerdì 24 novembre 2006

Metanfetanina's nights

Masticavamo tutto,
nell’epoca degli investimenti,
delle morti atroci,
dei tuoi ultimi minuti inutili,
delle insopportabili urla delle donne,
delle truci sette d’America,
dei matti furiosi,
delle cimici,
di Cimicilandia,
degli uomini che intendono fare,
dei figli di puttana,
dei sei,sei,sei.

Lo facevamo davvero:
muovere le automobili con la forza della mente.
Nelle Metanfetamina’s nights,
ci chiedevamo chi fosse
che assieme alla fidanzata quindicenne,
commetteva omicidi in serie.
I serial killers degli anni cinquanta,
come quelli alla televisione.
Non sò se è un’allucinazione,
ma mi tocca di nuovo andare nell’aldilà
per salvarla da Jhonnie Bartley.
Credo che qualcuno,
comunque,
un giorno dovrà punirla.

Tutti che si uccidono.

Prediligono ancora le armi bianche.
Ed alla fine
i Supermostri
Democratico-demoniaci,
che stanno sottoterra,
si mangiano i cattivi,
se li portano all’inferno,
ed i pennelli
si rompono in modo insolito,
direi sovrannaturale.

Toilette

"Quella volta che mio cugino Tim-Boy mi ha detto di controllare che non arrivasse nessuno".

martedì 21 novembre 2006

Campioni di volo

I campioni di volo
si feriscono a terra.

Gli eroi ridono di loro
e delle loro bende,
dopo un pò
non lasciano passare il sangue.

I campioni di volo
si feriscono al suolo
ed il pubblico ride
e scatta foto con l’automatica.

Le troie da whisky
ed i campioni di volo
sono brava gente,
ma nessuno punta su di loro.

Forse per questo
si scambiano sguardi di intesa
e saliva,
mentre fuori,
eroi disorientati
non sanno più perchè ridere
ed il mondo tutto intorno
è inutile e piccolo.

I bambini in giardino
giocano a fare i mafiosi
e le madri
coprono con giacche di lana
i loro figli prepotenti e belli.

L’amore è una parola scritta sul vocabolario d’italiano.

Ma i campioni di volo
prima di ferirsi a terra
sembrano angeli buoni venuti per noi
e le troie da whisky
raccontano un sacco di storie divertenti
dove alla fine sopravvivono sempre.

Vota Galifi


Vota Galifi


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lunedì 20 novembre 2006

Abuela

Madrid 2001

Idioti

Ci sono un bel po di pagine numerate
a darci ragione,
i giorni,
visti così,
non sembrano poi tanto feroci.
Ma gli idioti alla porta
non aspetteranno all’infinito,
con incomprensibile puntualità
arriveranno,
come fanno sempre,
a raccontarci
dei cilindri di carne viola,
coltivate in serre
protette da guardie armate,
del Mac Donalds,
del Burger King,
dei loro prodotti transenici
e dei pericoli della chetamina,
che assunta in grandi dosi
può trasformare gli uomini in cavalli.

Gli idioti arrivano sempre
e tu apri con indosso
il mio pigiama azzurro,
prepari la caffettiera da sei,
torni a letto
e mi dici:
“Amore,di là ci sono i tuoi amici.”
Gli idioti arrivano
con bottiglie di vino rosso,
alle due e trenta di un martedì notte,
mentre io sto dipingendo
e tu sei sotto la doccia.

E siccome mi vedono con le mani sporche di colore
e sentono l’acqua scorrere,
si mettono a parlare di Picasso
che era proprio bravo
e del suo disegno su di un tovagliolo di carta,
di Dalì,
che si faceva cagare addosso
per farselo venire duro
e della merda di un italiano,
confezionata
e poi spacciata come arte.
Gli idioti lo farebbero anche loro.
Gli idioti da bambini disegnavano bene
ma poi si sono iscritti a giurisprudenza.
Gli idioti lo farebbero anche meglio,
hanno sempre ragione
anche quando dicono che pittori e poeti
muoiono giovani
e che dovrei andare da un buon dottore,
girare il calendario,
cercare una donna che sappia cucinare
e smetterla di dipingere,
perché lo smalto è tossico
e puzza
e macchia i cappotti sulla poltrona di pelle.

Gli idioti si scopano le idiote
dentro una Seat Ibiza grigia
con i vetri appannati,
sbavano,
pompano forte
e si promettono l’amore eterno.
I loro figli saranno avvocati di successo.

Intanto noi,
confusi dentro un numero preso a caso
del nostro nuovo calendario,
litighiamo,
sulla luce da pagare,
perchè arrivo in ritardo
e su tante altre cose.

Maneggiare con cura

"Quella volta che abbiamo capito che la lotta era impari e gli iniqui carnefici non eravamo noi".

domenica 19 novembre 2006

venerdì 17 novembre 2006

Il dottor corò


Sono due giorni che non sento più dall orecchio sinistro.
Niente da fare.
Ero sotto la doccia e poi non ho più sentito,
dal destro ci sento ancora bene, ma dal sinistro arriva solo un fischio liquido.
Anche questa volta le pulci sono tornate.
Penso che si tramandino strategie di lotta e di difesa, perchè ora sanno che se riesco a prenderle tra l’indice e il pollice, poi devo passarle al pollice della mano opposta per poterle schiacciare e quello è il momento buono per poter scappare,
così molte scappano.
Cosa che fino a qualche anno fa non sapevano fare, poi me no scappò una e da quel giorno ci provano tutte.
Ho le gambe di lebbroso e devo indossare calze lunghe e pesanti per non lasciarmi mordere.
Delle lumache hanno fatto il loro nido dentro ai tubi del lavandino e la notte escono in cerca di cibo.
Me ne sono accorto qualche mese fa, la notte, quando giravo per casa in cerca di cibo, le vedevo strisciare e la mattina una scia lucida per la cucina.
Due o tre lumache.
Ho pensato che fuori facesse troppo freddo e ho detto: “Vi do ancora un mese di buono poi vi prendo e continuate in giardino”.
Mi sono insospettito solo quando invece di vederle crescere le vedevo rimpicciolirsi.
Avevo concesso loro troppo tempo e forse non faceva poi tanto freddo.
Ora le prendo con un fazzoletto di carta e le metto in giardino, lumaconi di due etti, che quando si staccano lasciano un alone giallo e denso.
Ma ne escono ancora, piccoli, grandi, medi, medio-massimi.
Il lavandino è una fabbrica di lumaconi, e il giardino ne è invaso, tanto che se fossi un cinese ne trarrei sicuro vantaggio.
Le lumache hanno una vita sociale complessa e sono creature primitive, mica stupide, perciò mi correggo, se fossi un cinese nessuna lumaca penserebbe mai di farsi il nido proprio sotto il mio lavandino.
Poi stasera torno a casa e mia madre mi dice nel orecchio destro:”Devo darti una brutta notizia!”
Io le ho risposto:”Dimmi” mentre mi preparavo al peggio.
Cosa può passare nella mente di uno psicolabile, paranoico, ipocondriaco, irresponsabile, quando lo si prepare ad una cattiva notizia?
“C’è un ragno così grosso sotto il tuo letto, l’ho visto ma non sono riuscita ad ammazzarlo”.
“Meglio”, le ho risposto “uccidere i ragni porta sfortuna”.
Tra le possibilità che mi erano passate per la testa il ragno grosso così, nascosto sotto il mio letto era certamente la più accettabile.
“Come fai?” lei mi ha risposto “io non riuscirei mai a dormire se sapessi che un ragno così dorme sotto il mio letto”.
“Bah” ho detto: “Bah”.
Per un insonne sapere che un ragno grosso così se ne sta sotto il proprio letto non è molto terapeutico, ve lo assicuro.
Ma meglio una notte in bianco, che non so quanti anni di sfortuna.
Se poi, in caso questa notte il ragno dovesse uscire e mi mordesse un arteria o la giugulare il suo veleno potrebbe procurarmi uno shock anafilattico o qualcosa di peggio e io morirei proprio come un coglione.

Anche per questo ho scritto.
Non voglio uscire di scena senza lasciare qualche riga e le mie ultime volontà.
Al mio funerale non voglio vedere otorini, pulci, lumache, ragni e men che meno cinesi.
Addio.

Margine di miglioramento


"La poesia non ha mercato, dovresti buttarti sulla narrativa.
I romanzi, quelli sì che vendono,
un buon scrittore riesce a scrivere un libro in due settimane,
sei ogni tre mesi.
Così potresti startene tranquillo a casa ad aspettare la telefonata dell'editore.
E se il mercato richiede un libro su Padre Pio, allora tu non fai altro che documentarti
e poi scrivi il libro che ti hanno chiesto di scrivere.
E' un buon lavoro quello dello scrittore, non devi necessariamente esporti più di tanto.
Anzi, ti dirò di più,
nella vita la banalità paga sempre, basta guardarsi attorno.
Dai retta a me, che lavoro nel settore da prima che tu nascessi,
la poesia è un lavoro inutile, non ha mercato.
Scrivi poesie se credi,
ma evita di farle leggere ad un editore, conservale piuttosto per la cretina giù al bar.
Io so quello che dico, vivo di ciò che scrivo.
Tirami giù un raccontino di qualche pagina,
poi al limite ci dò un'occhiata, lo metto un pò apposto e chissà,
conosco un sacco di editori, a qualcuno potrebbe piacere".

RISPOSTA:

"Sono ormai tre mesi che cerco di scivere qualche cosa,
ma non riesco a concludere niente.
Inizio una storia davvero interessante, potrebbe essere il romanzo del secolo
ed ho già in mente il finale a sorpresa, ma continuo a non concludere niente.
Eppure credo che il mondo abbia bisogno del mio romanzo del secolo
con il suo bel finale a sorpresa,
me lo immagino già in libreria con la sua copertina rossa e la gente che dice:

Guarda, quello è il romanzo del secolo,
dicono che il finale sia davvero una grande sorpresa e che l'autore abbia scritto tutto in una notte,
sopra nove rotoli di carta igenica e che quando ebbe fine l'effetto del cocktail di droghe e psicofarmaci
che aveva ingerito, l'autore abbia riletto i nove rotoli di carta ed abbia detto
"questo si che è un finale a sorpresa".
Almeno così ho letto su di una rivista specializzata.

Perciò,
se trovo poco stimolante scrivere il romanzo del secolo per un'umanità che non si merita un finale
tanto sorprendente,
cosa ti fa pensare, Signor Buon Scrittore su Ordinazione
che scriverò tre paginette per il tuo amichetto editore"?

Silvano Galifi

Cartolina dall'infanzia del mio amico Macchi

"Oh Mister che faccio mi scaldo?
...minchia che freddo.
Mister io allora mi scaldo!
...Mister è l'ottantesimo,
che dice inizio a scaldarmi?".

Tim-Boy story


"Un fotogramma rubato alla vita segreta di mio cugino Tim-Boy".

il mio amico macchi

"Quella volta che mio cugino Tim-Boy e macchi hanno fatto una scommessa".

Indovinate chi ha vinto.

giovedì 16 novembre 2006

Anatomica 2006


Anatomica 2006


Tim-Boy story ( prima parte)


Tim-boy story

Tensione e Hong Kong: a meno di due settimane dal ritorno sotto la sovranità cinese le autorità municipali hanno proibito all’Alleanza Democratica di scendere in piazza il primo di luglio.
Aspre proteste anche da parte del Partito Democratico.
(servizio a pagina9)
Ora vi racconterò la vera storia di mio cugino Tim-Boy.
Ora
vi racconterò la vera storia
di mio cugino Tim-Boy.
Ora vi racconterò
la vera storia
di mio cugino
Tim-Boy.

LIMITI PRIVATI:
la rinascita del rischio.

Mio cugino Tim-Boy:
Mio cugino Tim-Boy era un tipo un po strano, lui aveva lunghe mani bianche, nodose e agili, e questo certo non piaceva ai nemici della libertà.
Non tutti amavano mio cugino Tim-Boy, così egli, non si stupì più di tanto, quando apprese di essere stato tradito.
Quando lo condussero alla macchina che cifra il pensiero noi tutti credemmo che la rivoluzione fosse finita.
Ma i Ministri del Leader ponevano le loro domande contorte e mio cugino Tim-Boy teneva gli occhi aperti e minacciava vendetta.
Nessuno gli diede ascolto, finche, il traduttore simultaneo iniziò a vomitare sangue, mentre i presenti sfollarono dalle porte di sicurezza.
Solo allora, un raggio blu che comprendeva tutti i testimoni intervenne contestando un documento d’accusa.

IL DIARIO SEGRETO DI MIO CUGINO TIM-BOY.

“...per una cellula della resistenza non esiste il banale.
Anche inviare una lettera è un gesto pericoloso, oltre a soppesare le parole usate per evitare la censura, bisogna comunque riuscire a farle arrivare al destinatario senza esporsi troppo.
La polizia sa fare sempre meglio il proprio lavoro, l’intelligence del Leader ora dispone di un nuovo dispositivo di controllo, basta premere un tasto per poter cifrare il pensiero dei sospettati.
Alcuni di noi credono che sia necessario imparare a non pensare, ma io contesto che questo è ciò che vogliono i seguaci del Leader.
Intanto mentre scrivo il mio rapporto, un comunicato a reti unificate dice che faremmo bene a cambiare idea.
Il Leader sorride meccanicamente mentre pronuncia il suo discorso intimidatorio alla nazione...”

PROCESSO SOMMARIO.

Così il raggio blu cifra pensieri fu messo momentaneamente da parte per far posto all’accusa.
“Tim-Boy,Tim-Boy,Tim-Boy”.
A questo punto mio cugino Tim-Boy era sulla bocca di tutti.
Enormi cartelloni furono esposti nei centri abitati, gigantografie del male fatto persona : mio cugino Tim Boy.
Tim Boy mentre assume droghe,
Tim Boy mentre maneggia esplosivo,
Tim Boy ubriaco mette le sue mani sotto la gonna a scacchi di una minorenne intimidita.

“Si, abbiamo prove certe della sua colpevole natura sovversiva, dopo tutto egli stesso ha confessato al raggio blu di tenere un diario personale, nonostante che, come dimostrato, ne il suo reddito annuo, ne tanto meno il suo livello sociale gli permettesse in alcun modo di avere una propria opinione; e se è vero che è impossibile monitorare la coscienza di ogni singolo individuo è altrettanto vero che attraverso la politica di preventiva repressione indicata dal nostro Leader, oggi è possibile isolare, giudicare e punire rapidamente chi come l’imputato vorrebbe diffondere la paura e l’inquietudine in un sistema perfetto e democratico come quello concepito dal nostro unico Leader, il nostro Leader, il Leader...”.

IL DOTTOR CORO’

Il dottor Corò parlava attraverso un distorsore vocale, la sua voce così modulata induceva il paziente ad un’inconscia sudditanza. Il Dottor Corò aveva un volto gradevole, inespressivo e anonimo, poteva avere tredici anni come settanta, si dice che, durante incontri privati, lo stesso Leader si intrattenesse per molte ore con il Dottor Corò.
Così, quando fu reso pubblico l’interesse del Dottor Corò al caso di mio cugino Tim Boy, alcuni ribelli si costituirono e molti altri vennero arrestati nel giro di poche ore.
La resistenza vacilla,
i nemici del Leader assicurati alla sua giustizia,
mio cugino e il Dottore.
In passato, spesso ci eravamo chiesti perchè mio cugino Tim-Boy scrivesse un diario, era un gesto pericoloso e stupido; la guerra farmacologica era già stata persa, quando la comunità medica internazionale mise in vigore il nuovo piano sanitario su larga scala.
I laboratori di genetica e le banche del D.N.A. censirono ogni cittadino, analizzarono generazioni di cartelle mediche, cause di decesso, insonnia, depressione, tumori, diabete, problemi cardiaci.
Sarebbe stato un futuro di longevità se tutti avessero collaborato, nessuna distinzioni di classe per il nuovo piano sanitario su larga scala, tutti più longevi.
E tutti collaborarono.
Venimmo catalogati in base alla salute fisica e mentale, alle abitudini, ai vizi, alle virtù ed agli errori dei nostri antenati più prossimi, stato sociale, reddito annuo. Ora si sarebbero potute prescrivere terapie farmacologiche mirate già dal atto del concepimento, i nostri figli sarebbero stati migliori di noi.
La medicina genetica ci ha uniformato, tutti uguali, incapaci di decidere, soggetti ad ogni forma di potere, la follia inebetita, bambini pallidi e loquaci non sanno cosa voglia dire giocare alla lotta, vuoti di memoria, vertigini, improvvise mancanze di forza, difficoltà di apprendimento e di concentrazione, lunghi vuoti di memoria.
Difficoltà ad immaginare, impossibile ribellarsi.
Non nacquero più poeti,
anche il linguaggio venne uniformato, il piano sanitario lo riteneva necessario.
“Sostituire le parole con dei falsi per uniformare il linguaggio”.
Ma non mi sento di colpevolizzarli.
Tutti più longevi.
Allora, perchè mio cugino Tim-Boy scrisse il suo diario?
Solo i suoi accusatori avrebbero potuto comprendere il potere della parola,
la scrittura.
Fornire al nemico la più infamante prova di colpevolezza ci avrebbe condannato alla resa,
e mio cugino Tim-Boy, le dita ancora macchiate di inchiostro, si sarebbe presto spento.
Allora, perchè mio cugino Tim-Boy scrisse il suo diario?
Ora il Dottor Corò, teneva in mano il diario segreto di mio cugino Tim-Boy,
il processo trasmesso in mondo visione,
l’ultimo dei ribelli ad essere giudicato.
L’immagine proiettata del Dottor Corò aprì il diario e ne lesse una pagina:
“Il cesso in cui ho pisciato sta notte aveva il sifone che perdeva acqua,
una goccia cadeva a tempo,
sempre la stessa,
a tempo.
Il sifone che perdeva acqua era pitturato di azzurro.
Idropittura azzurra.
A pensarci bene tutto il bagno era pitturato d’azzurro.
Idropittura azzurra data male.
E il sifone perdeva acqua.
Salto temporale.
Dopo un po sono tornato a pisciare.
Forse avevo bevuto troppo o forse no.
Comunque mi scappava da pisciare.
Sono entrato in un altro bagno.
Era quello delle donne e il sifone non perdeva,
così nessuna goccia poteva cadere a tempo.
Nel cesso degli uomini non c’era lo specchio,
in quello delle donne invece si.
Mi sono guardato allo specchio delle donne
e dentro il lavandino qualche bocca al burro di cacao aveva vomitato riso cantonese,
allora ho pensato che le donne, devono vomitare almeno quanto gli uomini anche se si mettono il rimmel e il burro di cacao.
E mi sono accorto che il cesso era pitturato di rosa,
ed ho pensato: “che fantasia”, mentre pisciavo sulla tavoletta.
Poi sono tornato a bere,
ma il bicchiere si è subito versato,
la gente iniziava ad andarsene un’ora prima del coprifuoco
e dentro il cesso degli uomini
un sifone pitturato di azzurro continuava a perdere una goccia,
sempre la stessa,
a tempo.
Quando sono tornato a casa
mi sono fatto una sega,
ho scritto il mio rapporto e mi sono addormentato.
Durante la notte ho sognato la soluzione del problema.
Una precisa combinazione numerica per entrare nel sistema propagandistico del Leader,
ma quando mi sono svegliato mi ero dimenticato tutto.
Fanculo alle donne.”
Il Dottor Corò non sottovalutava certo le facoltà mentali di mio cugino Tim-Boy.
La soluzione in una combinazione numerica, nascosta dentro la testa di Tim-Boy.
Tim-Boy non pensare.
Tim-Boy non combattere,
scappa se puoi, altrimenti ti uccideranno.
Tim Boy, un pericolo per il sistema, ora che viviamo di più, ora che non abbiamo più bisogno di niente, carne sette volte la settimana, sette volte su sette.
Ora che mi hanno dato un lavoro, che mi hanno riabilitato.
Credevi davvero che scrivere un diario avrebbe provocato una rivoluzione?
Guardati ora, la telepatia non ti serve più a niente, tu e i tuoi giochi da circo, mago del cazzo, psicocinesi, linguaggio universale, il diritto al dissenso.
A cosa ti serve prevedere il futuro, anche questo avresti dovuto predirre, la lotta muore con te, dobbiamo ucciderti il cervello così che tu non possa più fare del male, inebetirti, scimmietta ingrata, dobbiamo impedirti di sognare, studiarti, sei una bestia da laboratorio, uno sbaglio...noi ed il Dottor Corò contro mio cugino Tim-Boy.
Non fu difficile isolare mio cugino Tim_Boy, ora nessuno di noi era più disposto ad esporsi, ci sentivamo al sicuro, sotto lo sguardo severo del Dottor Corò. Come tutti gli altri, stessi diritti e stessi doveri, accettavamo di buon grado la nostra condizione, perché ribellarsi al destino, perchè?
Fare parte di un grande progetto comune, essere la piccola cellula di un organismo vincente, qualcuno pensava per noi e prendeva le nostre decisioni, ci si illudeva di essere protetti.
Dopotutto è sempre stata la paura ad aggregarci, diceva mio cucino Tim-Boy, dobbiamo
essere liberi di scegliere cosa temere, la diffusione di nemici invisibili, troppo lontani per essere abbattuti e troppo pericolosi per essere ignorati, fa parte della loro strategia di controllo.
I malati mentali parlano con amici immaginari, mentre tutti gli altri immaginano di combattere guerre contro facce al plasma, gracchianti voci minacciose, pervenute via posta da qualche parte del mondo, impalpabili signori del terrore creati dai sceneggiatori della storia.
Paura e desiderio.
Ecco come si addomestica la popolazione.
Dateci qualcuno da invidiare e qualcun altro da odiare e faremmo tutto ciò che ci viene chiesto.

… fine prima parte.

"Quella volta che avevo un pò di mal di testa e mio cugino Tim-Boy mi ha dato una medicina omeopatica di sua produzione. Poi non ci ho capito più niente".

mercoledì 15 novembre 2006

rapina

"Qulla volta che mio cugino Tim-Boy mi ha detto di aver trovato un modo tranquillo di tirare su gli euri."

...che ridere quando gli è partito il colpo.

strage annunciata

"Quella volta che mio cugino Tim Boy ha detto che secondo lui il sisteme della riscossione tributi era una truffa legalizzata e che qualcuno prima o poi avrebbe dovuto fare qualcosa".

"Ah a proposito il sistema della riscossione tributi è una truffa legalizzata e prima o poi qualcuno dovrebbe fare qualche cosa".