Alle sette del mattino Betta chiedeva ancora droga.
Qualcosa di più forte,
diceva,
con gli occhi rossi che ridevano,
la bocca secca
e tutto il corpo che ciondolava
al ritmo di chissà cosa.
La polizia faceva il proprio lavoro in silenzio,
mai una retata.
Ci lasciavano ridurre la memoria
pari a quella di un criceto.
Sulle pareti dei cessi
ho scritto centinaia di poesie,
nessuna che mi ricordo.
Ora forse,
qualche ubriaco
ne sta leggendo una.
Presto l’avrà dimenticata.
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