lunedì 20 novembre 2006

Idioti

Ci sono un bel po di pagine numerate
a darci ragione,
i giorni,
visti così,
non sembrano poi tanto feroci.
Ma gli idioti alla porta
non aspetteranno all’infinito,
con incomprensibile puntualità
arriveranno,
come fanno sempre,
a raccontarci
dei cilindri di carne viola,
coltivate in serre
protette da guardie armate,
del Mac Donalds,
del Burger King,
dei loro prodotti transenici
e dei pericoli della chetamina,
che assunta in grandi dosi
può trasformare gli uomini in cavalli.

Gli idioti arrivano sempre
e tu apri con indosso
il mio pigiama azzurro,
prepari la caffettiera da sei,
torni a letto
e mi dici:
“Amore,di là ci sono i tuoi amici.”
Gli idioti arrivano
con bottiglie di vino rosso,
alle due e trenta di un martedì notte,
mentre io sto dipingendo
e tu sei sotto la doccia.

E siccome mi vedono con le mani sporche di colore
e sentono l’acqua scorrere,
si mettono a parlare di Picasso
che era proprio bravo
e del suo disegno su di un tovagliolo di carta,
di Dalì,
che si faceva cagare addosso
per farselo venire duro
e della merda di un italiano,
confezionata
e poi spacciata come arte.
Gli idioti lo farebbero anche loro.
Gli idioti da bambini disegnavano bene
ma poi si sono iscritti a giurisprudenza.
Gli idioti lo farebbero anche meglio,
hanno sempre ragione
anche quando dicono che pittori e poeti
muoiono giovani
e che dovrei andare da un buon dottore,
girare il calendario,
cercare una donna che sappia cucinare
e smetterla di dipingere,
perché lo smalto è tossico
e puzza
e macchia i cappotti sulla poltrona di pelle.

Gli idioti si scopano le idiote
dentro una Seat Ibiza grigia
con i vetri appannati,
sbavano,
pompano forte
e si promettono l’amore eterno.
I loro figli saranno avvocati di successo.

Intanto noi,
confusi dentro un numero preso a caso
del nostro nuovo calendario,
litighiamo,
sulla luce da pagare,
perchè arrivo in ritardo
e su tante altre cose.

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